Sorge sulla sommità della collina da cui prende il nome, la chiesa voluta dalla famiglia Sauli. Progetto e direzione dei lavori, durati 50 anni (1552-1602), vennero affidati a Galeazzo Alessi, che impostò una pianta a croce greca, inscritta in un quadrato con cupola centrale su pilastri e quattro cupolette negli angoli. Quattro dovevano essere anche i campanili, ma ne furono realizzati solo i due in corrispondenza della facciata, risistemata nel 1722. Tali interventi hanno parzialmente compromesso la simmetria della costruzione, ancora evidente all’interno. Si segnalano, nelle nicchie sui pilastri della cupola, due statue (Beato Alessandro Sauli e S. Sebastiano) eseguite nel 1668 da Pierre Puget; il S. Giovanni Battista è di Filippo Parodi (1667), mentre è di Claude David il S. Bartolomeo (1695). Non mancano tele di pregio, quali il Martirio di S. Biagio al secondo altare destro, opera di Carlo Maratta (1680), e la Pietà al terzo altare sinistro, a firma di Luca Cambiaso (c. 1571). Degni di nota anche il S. Francesco che riceve le stimmate, opera del Guercino, e l’organo, datato 1656, con portelle dipinte da Paolo Brozzi e Domenico Piola.<br>Non lontano dalla chiesa si trova l’ardito ponte di Carignano, oggi denominato via Ravasco. Il progetto dell’opera, costruita tra il 1718 e il 1724, si deve a Gerard de Langlade che riprese, sempre su commissione della famiglia Sauli, un’idea già proposta dall’Alessi nel XVI secolo. Quattro le arcate di notevole altezza del ponte, in fondo al quale, sulla destra, una scala moderna consente di salire al panoramico camminamento ricavato sulla cinta muraria del secolo XII.