Nel 2011 il santuario è entrato a far parte, insieme agli altri luoghi dell'Italia longobarda, nel Patrimonio dell'Umanità Unesco.<br>Sviluppatosi tra il V e l'XI secolo sulla grotta in cui apparve l'Arcangelo, lo segnala un notevole campanile di forma ottagonale, che ricorda le torri di Castel del Monte, innalzato nel secondo '200 da Carlo I d'Angiò. Oltre un atrio ottocentesco, che conserva nel portale destro un ricco rilievo di fine XIV secolo, una scala ricavata direttamente nella roccia scende alla porta del Toro e a un cortile, le cui pareti laterali accolgono sepolcri e quella di fondo si apre nel portale di accesso alla chiesa: i battenti in bronzo, fusi a Costantinopoli nel 1076, raccontano nei 24 pannelli Scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e l'Apparizione dell'Arcangelo a Lorenzo Maiorano. L'interno si compone di una navata a tre campate, aperta da Carlo I d'Angiò, e della grotta dell'Apparizione: nella prima sono il secentesco altare di S. Francesco e la barocca cappella del Sacramento; nella seconda, un altare accoglie la statua dell'Arcangelo riferita alla scuola di Andrea Sansovino (a sinistra dell'altare è la cattedra episcopale del XII secolo, sorretta da leoni accovacciati e dallo schienale riccamente ornato), l'altare della Madonna custodisce tre sculture dei secoli XI-XIII, e l'altare di S. Pietro ingloba due colonne tortili del IX secolo.