Costruita nell’XI secolo sul luogo di una chiesa paleocristiana dedicata ai Ss. Apostoli - e poi dall’818 a sant’Abbondio (o Abondio, secondo la grafia antica), quarto vescovo di Como - fu la Cattedrale cittadina fino al 1013, allorché perse il titolo a vantaggio di S. Maria Maggiore. Delle tre grandi chiese romaniche di Como (le altre sono S. Giacomo e S. Fedele) è la più antica e quella che più ha conservato i caratteri originari. Assai forte è l’influenza della coeva architettura d’oltralpe - in particolare borgognona e renana - sia nell’impianto a cinque navate con torri absidali e coro molto sporgente, sia nello sviluppo in altezza delle proporzioni, sia nella presenza di un endonartece nella prima campata; ma a lavorare furono maestranze in gran parte comasche che qui lasciarono forse il loro capolavoro, ornando con raffinati decori in pietra le forme d’importazione. L’interno (che conserva sotto l’altare le spoglie del santo) ha copertura lignea invece della più consueta copertura voltata delle chiese romaniche lombarde. Nella parte absidale lo arricchisce un ciclo di affreschi trecenteschi in gran parte raffiguranti la Vita di Cristo; altri affreschi, della stessa scuola ma basati su motivi architettonici e geometrici, sono stati messi in luce dai restauri nella navata centrale.