Segnalata, nel cuore del quartiere medievale, dalla barocca guglia dell'Immacolata, se ne vede dapprima il lungo fianco destro, scandito da sei arcate cieche che reggono una loggetta a esafore.<br>Monumento principale della città, è anche tra le massime realizzazioni del romanico pugliese del XII secolo, nonché una testimonianza della diffusione del modello costituito dalla basilica di S. Nicola a Bari. Sia nelle arcate sul fianco, sormontate da esaforati, sia in facciata, scompartita da lesene, il modello principale è ben presente. La ricca decorazione è concentrata soprattutto nella parte centrale, dove si aprono il portale mediano, racchiuso tra colonne rette da leoni e sormontate da ippogrifi (l'architrave e la lunetta sono ornate con scene e figure a tema cristologico), due bifore e un ampio rosone: è uno dei più interessanti corredi decorativi della Puglia, in cui spicca la creatività delle maestranze locali, ma anche un eccezionale intreccio tra motivi occidentali, giunti con i normanni e i Benedettini, e orientali, presenti nella regione tra l'XI e il XIII secolo. Di ciò si ha ulteriore conferma nell'interno, ritornato all'originario splendore dopo la cancellazione degli stucchi sovrapposti nel '700. Sul pilastro destro al termine della navata mediana, l'ambone, firmato da Nicolaus sacerdos et magister e datato 1229, è considerato uno dei capolavori della scultura medievale pugliese.<br>La lastra riutilizzata nella vicina scaletta è ornata da personaggi che si vuole appartengano alla casata sveva: alcuni vi riconoscono Federico II e tre membri della famiglia. Si scende alla cripta sostenuta da colonne dai preziosi capitelli, per imboccare un percorso archeologico che evidenzia l'impianto di una basilica preromanica (X-XI secolo) sopra una struttura paleocristiana (VI secolo). Un lacerto di pavimento musivo appartenente alla basilica preromanica mostra un grifo di notevole livello qualitativo.