Tra il 1908 e il 1924 una serie di storiche mostre diede spazio – in vivace polemica con l’arte ‘ufficiale’ delle Biennali – a una generazione di giovani artisti e innovatori di genio, tra cui Boccioni, Casorati, Gino Rossi, Arturo Martini. Nei decenni successivi, acquisizioni – arte soprattutto europea dalle Biennali fino agli anni cinquanta, le opere dei ‘ribelli di Ca’ Pesaro’ a partire dagli anni sessanta – incrementarono le collezioni della Galleria insieme al flusso delle donazioni: tra le altre, quella di Medardo Rosso (1914), il lascito Lisi (1961; opere di Morandi, De Chirico, Carrà, Kandisky, Mirò, Matta), la donazione Wildt (1990). Il risultato è la grande raccolta di pittura, scultura e grafica italiana e straniera tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri, in mostra in 10 vaste sale del primo piano (il secondo piano ospita mostre temporanee).<br>Il percorso espositivo combina progressione cronologica e nuclei omogenei di opere, in una linea che è arduo ricomporre per scuole e tendenze. Per il XX secolo sono documentati, tra gli altri, Pierre Bonnard (Nudo allo specchio, 1931), Marc Chagall (Il rabbino di Vitebsk, 1914-22), Max Ernst, Vasilij Kandinskij, Gustav Klimt (Giuditta II, Salomé, 1909), Mario Sironi, Massimo Campigli, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Joan Miró, Emile Nolde (Piante fiorite, 1909), Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Umberto Boccioni, Gino Rossi, Guido Marussig, Umberto Moggioli, Antonio Donghi, Afro, Ennio Morlotti, Zoran Music, Emilio Vedova, Tancredi; per la scultura, Alexander Calder, Henry Moore, Adolfo Wildt, Arturo Martini. La sezione di opere dell’800 annovera, tra gli altri, dipinti dei veneziani Ippolito Caffi, Giacomo Favretto, Luigi Nono, e poi di Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Medardo Rosso, Telemaco Signorini. Due gessi di Auguste Rodin (I borghesi di Calais e Il pensatore) sono le uniche opere della collezione permanente esposte al secondo piano.