Questo grandioso passaggio incorpora due porte antiche, da cui uscivano le Vie Prenestina e Labicana, ricavate da altrettanti archi degli acquedotti Claudio e dell'«Anio Novus», entrambi iniziati da Caligola nel 38 e terminati da Claudio nel 52. Di poderosa architettura in opus quadratum di travertino, la porta ha due fornici fiancheggiati da edicole con semicolonne corinzie aperte da archi minori e sormontati da un imponente attico, contrastante per la superficie liscia, dove - sul fronte prospiciente piazzale Labicano - sono scolpite le iscrizioni di Claudio (52) e dei restauratori degli acquedotti, gli imperatori Vespasiano (71) e Tito (81). A ridosso dell'edicola centrale è il sepolcro tardo-repubblicano del fornaio Eurisace e di sua moglie Atinia, rimesso in luce nel 1838; in travertino, usa in funzione decorativa le parti più caratteristiche del forno (sacchi e bocche di doli), mentre nel fregio sono scene della lavorazione e della vendita del pane.