Iniziato alla metà del sec. XVI per i Savelli, rinnovato da Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana, ha forma di castello a quattro torri; nell'interno, dipinti e arredi del sec. XVII. Tra le decorazioni murarie da segnalare la celebre sanguigna San Giuseppe col Bambino del Bernini. Il palazzo è sede del Museo del Barocco romano. Il parco ha alcune sequoie americane e un'uccelliera del '500. Nel centro storico si trova la chiesa di S. Nicola, costruita dal Bernini con la collaborazione del fratello Luigi sui resti dell'antica collegiata. NUOVA: Il palazzo ducale di Ariccia (Roma) è un esempio unico di dimora barocca rimasta inalterata nel suo contesto architettonico, urbanistico e paesaggistico. Una vera capsula del tempo che conserva miracolosamente, oltre all’armonia ambientale, anche l’arredamento, la funzione e la disposizione originaria delle sale. La sua visita è un viaggio a ritroso nel tempo, che ci catapulta nel passato della grande aristocrazia europea attraverso la storia di una dei più illustri casate italiane, i principi Chigi. Unitario e armonioso nel suo aspetto esteriore, è il risultato di una radicale ristrutturazione che trasformò nel XVII secolo il severo castello Savelli in una fastosa dimora barocca. L’intervento si inserisce nel contesto dell’adeguamento urbanistico e architettonico di Ariccia promosso dai Chigi e dal loro congiunto, papa Alessandro VII (1655-67), sotto la direzione del Bernini. Infatti la casata senese acquistò nel 1661 dai Savelli il feudo sui Colli Albani per la vicinanza a Castel Gandolfo, scelto dal papa come sede delle villeggiature pontificie. Il palazzo fu ristrutturato tra il 1664 ed il 1672 sotto la direzione di Carlo Fontana, principe dell’architettura tardo barocca, secondo un’idea progettuale di Giovan Lorenzo Bernini, suo maestro. Il sommo artefice concepì la dimora chigiana in maniera originale, come un’ibridazione tra le tipologie della villa, del castello e del palazzo, occupandosi con la sua bottega anche dell’arredamento. Contiguo al palazzo un vasto parco, residuo del Nemus aricinum sacro a Diana, rara reliquia del passato in chiave paesaggistica, accogliendo la vegetazione originaria dei Castelli Romani. Formato da un bosco misto di latifoglie, con varietà di querce, aceri, carpini, etc., ospita numerosi “patriarchi”, comprese alcune sequoia californiane tra la più antiche d’Europa. Il parco, che conserva antichi percorsi, fontane e manufatti del ‘600, oltre a vari reperti archeologici provenienti dall’Aricia romana, è stato esaltato per secoli da poeti, letterati e pittori di tutt’Europa. Per il suo carattere pre-romantico, legato alla sacralità del luogo, alla sua natura di Barco destinato alla caccia e alle innovative progettazioni berniniane, precorre il giardino paesistico settecentesco.