Nei dintorni di S. Maria di Castello, a sinistra della chiesa si innalza per ben 41 m la torre degli Embriaci, costruzione del secolo XII: è l’unica sopravvissuta a un’ordinanza, datata 1296, che imponeva la riduzione dell’altezza di tutte le costruzioni cittadine. Radicali interventi di riqualificazione hanno interessato anche l’area di piazza S. Maria della Passione, oggi ricostruita nel rispetto degli antichi disegni architettonici, e hanno consentito il consolidamento del campanile e delle strutture ancora esistenti dell’omonima chiesa (XV secolo), gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il complesso di S. Maria delle Grazie la Nuova, con affreschi di scuola genovese del XVII secolo, è in parte destinato a strutture universitarie e in parte al Centro Studi Paganiniani, che promuove approfondimenti e ricerche sulla figura dell’illustre musicista genovese. Edifici di impianto medievale accompagnano la discesa lungo salita Mascherona fino a piazza S. Bernardo, su cui prospetta la facciata del cinquecentesco palazzo Salvaghi: fanno riferimento al nome della casata le due statue di selvaggi a guardia dell’ingresso. Testimonianze del passato (archi e capitelli murati, portali scolpiti) non mancano anche lungo via S. Bernardo, tracciata a collegare il quartiere del Molo con porta Soprana, passaggio obbligato per i mercanti diretti o provenienti da levante. Da piazza Ferretto, via dei Giustiniani conduce nell’omonima piazza, dove palazzo Giustiniani (N. 6), riedificato nel ’700, presenta sulla facciata bassorilievi che testimoniano le precedenti stagioni storiche: tra questi, il leone di S. Marco, sottratto alla città di Trieste dopo la battaglia di Chioggia (1380). Parallela a via dei Giustiniani è via Canneto il Lungo, sulla quale affacciano varie residenze nobiliari: tra queste, palazzo Maruffo (N. 23), che mantiene intatta la struttura medievale con torre bugnata.