Per salizzada dei Greci, oltre il ponte sul rio della Pietà e di fronte alla chiesa di S. Antonin, trasformata dal Longhena e in parte ostruita da altri edifici, si piega in fondamenta dei Furlani, al cui fondo sta la facciata di gusto sansoviniano (1551) della Scuola della confraternita dei Dalmati, o Schiavoni. La sala al piano terreno è uno dei più fascinosi luoghi d’arte di Venezia per il ciclo pittorico dipinto dal Carpaccio nel 1501-1511. Tra i teleri che illustrano le storie dei santi Giorgio, Trifone (patrono di Cattaro) e Girolamo (patrono dei Dalmati), spiccano il S. Giorgio che uccide il drago, ricco di invenzioni fantastiche anche nell’arioso paesaggio di sfondo; la Visione di S. Agostino, che ricrea con virtuosistica minuziosità lo studio di un umanista del ’400; la Vocazione di S. Matteo (storia evengelica a lato del ciclo vero e proprio), in cui a essere tradotti nella poetica contemporaneità del Carpaccio sono l’ufficio di gabelliere di Matteo e una Cafarnao che assume qui forme venete.