Iniziata nel 1732, sotto Clemente XII, da Nicola Salvi, continuata dopo il 1751 da Giuseppe Pannini e inaugurata sotto Clemente XIII (1762), è addossata al lato minore di palazzo Poli, divenuto a sua volta parte integrante del complesso dopo fasi costruttive e di accorpamento e ristrutturazione di edifici preesistenti che si prolungarono dal 1573 al 1808. Una felice fusione di architettura e scultura. La fontana, abile connubio fra rigore architettonico classico e concezione scenografica barocca, presenta sopra l'arco trionfale centrale, costituito da un ordine di quattro colonne corinzie addossate a lesene, un grandioso attico con balaustra e figure allegoriche (Bartolomeo Pincellotti, Francesco Queirolo, Bernardino Ludovisi e Agostino Corsini, 1735) e iscrizione centrale con stemma di Clemente XII e rappresentazioni della Fama (Paolo Benaglia); le due ali simmetriche laterali sono scandite da un ordine gigante di lesene con finestre. Dal nicchione centrale, posto su una roccia e con soffitto a cassettoni, sporge la maestosa statua di Oceano, trainata sul cocchio a forma di conchiglia da cavalli marini (uno tranquillo e l'altro agitato) guidati da tritoni (Pietro Bracci, 1759-62). Nelle nicchie laterali, a destra la Salubrità di Filippo Della Valle, con la sovrastante Vergine che indica la sorgente ai soldati di Andrea Bergondi, a sin. l'Abbondanza del Della Valle, sormontata da Agrippa che approva il disegno dell'acquedotto di G.B. Grossi. Artificio e natura si fondono nella rappresentazione della scogliera e della vegetazione pietrificata (di derivazione berniniana) sull'intera base del palazzo fino alla grande vasca a bordi rialzati che rappresenta il mare. Alla fontana, uno dei simboli di Roma, sono legate leggende e tradizioni popolari, tra le quali quella di gettarvi una monetina per assicurarsi il ritorno nella città.