Dove fino al '700 esisteva solo un piccolo borgo rurale, Carlo III di Borbone, il sovrano che aveva riportato Napoli a rango di capitale autonoma dopo più di duecento anni di sottomissione, promosse la costruzione nel 1738 di una reggia destinata agli svaghi di corte e ad accogliere le collezioni d'arte della madre Elisabetta Farnese. A queste si aggiunse nel 1359 la celebre manifattura di porcellane, di cui Carlo era diretto proprietario, che fu dismessa nel 1759 quando, partendo per la Spagna per divenirne re, il sovrano fece distruggere forni e officine, por-tando con se strumenti, modelli e artisti. La manifattura fu poi ricostruita, in altro sito, dal figlio Ferdinando, continuando a produrre fino al 1805. Oggi nella zona sono presenti laboratori e punti di vendita, in memoria della tradizione. Il palazzo, risultato della tempestosa collaborazione tra i due architetti Giovanni Antonio Medrano e Antonio Canevari, fu terminato nel 1838 e accolse le collezioni sino alla Restaurazione; donato dai Savoia alto Stato nel 1920, fu sede dei duchi di Aosta sino al 1946; dal 1957 ospita il Museo e le Gallerie Nazionali di Capodimonte.