Il primitivo nucleo visconteo trecentesco sorse immediatamente all’esterno delle mura medievali, in corrispondenza di quella che era allora Porta Giovia, utilizzando come fossato un tratto della Cerchia dei Navigli. Durante la breve Repubblica Ambrosiana (1447-1450), la fortezza andò distrutta o almeno profondamente danneggiata, sicché Francesco Sforza la riprese e la ampliò. Il figlio Galeazzo Maria ne fece la sua residenza chiamandovi a lavorare – per renderla degna di una corte rinascimentale – artisti come Vincenzo Foppa, Cristoforo Moretto e Benedetto Ferrini. Quest’opera proseguì e raggiunse l’apice di splendore al tempo di Ludovico il Moro (1494-1499), mecenate di architetti e pittori come Donato Bramante, Francesco Averulino detto il Filarete, Bernardino Zenale, Bernardino Butinone e Leonardo da Vinci. Con la fine del ducato di Milano e l’avvento del dominio spagnolo (1535), il Castello smise l’aspetto di dimora signorile per acquistare sempre più funzione militare: cinte difensive e imponenti baluardi ne fecero una delle più vaste e munite roccaforti del continente, in grado di dominare, con la sua pianta stellata, l’immagine anche topografica della città. L’assedio francese del 1733 lasciò il complesso in pessimo stato, tanto che nel 1800 Napoleone ne avviò la demolizione. Gli abbattimenti si limitarono comunque alle opere esterne, senza investire i muri perimetrali e le costruzioni d’età sforzesca: su queste sarebbe intervenuto Luca Beltrami, che con i suoi grandiosi progetti ricostruttivi (1893-1905) diede all’edificio l’aspetto attuale. Sul corpo centrale del Castello svetta la cosiddetta torre del Filarete che non è di epoca rinascimentale: la torre storica, mai così alta, fu distrutta da un incendio nel 1521. I massicci torrioni laterali furono riedificati da Luca Beltrami – il ricostruttore del Castello – che li rialzò in modo che quello di destra contenesse un civico serbatoio d’acqua, capace di alimentare anche i piani alti dei quartieri residenziali circostanti. All’interno del Castello si ha la vasta corte principale, detta piazza d’Armi, definita da tre parti: la Rocchetta (il nucleo castellano originario), la torre di Bona di Savoia (sorta originariamente nel 1477) e il palazzo di Corte ducale (che ora ospita le prime sale dei Musei del Castello). Il Castello dedica particolare attenzione ai più piccoli, non solo grazie alle attività didattiche nei musei ma anche con Sforzinda: uno spazio ricavato nei sotterranei, rivolto ai bambini dai 4 agli 11 anni, che offre la possibilità di giocare e imparare scoprendo luoghi e tesori nascosti, incontrando castellane, duchi, guerrieri e pittori (si accede dalla piazza d’Armi, fossato interno, percorrendo una scala in legno). Molto apprezzato dai bambini è anche il tour guidato (pensato in realtà soprattutto per gli adulti) dei Percorsi segreti del Castello e della stanza delle Guardie: ci si muove lungo le merlate, ovvero il camminamento di ronda fra i torrioni, e la strada della Ghirlanda, un camminamento coperto che percorre il perimetro murato oltre il fossato (permetteva di organizzare la difesa e di avere una via di fuga verso le campagne); si visitano anche la stanza delle Guardie, perfettamente ricostruita, e la Corte Ducale.