Sorte verso fine sec. II da ipogei cristiani privati, prendono nome da papa Callisto, che ingrandì il complesso fino a farlo divenire il cimitero ufficiale della Chiesa romana. Le gallerie, dove trovarono sepoltura più di 50 martiri e 16 pontefici, fanno parte di un complesso cemeteriale che occupa 15 ettari di terreno e raggiungono una lunghezza di quasi 20 km; i nuclei più antichi sono le cripte di Lucina e la regione detta dei Papi e di S. Cecilia; le altre regioni sono denominate di S. Gaio e di S. Eusebio (fine sec. III), Occidentale (prima metà IV) e Liberiana (seconda metà IV), con grandiose architetture sotterranee. All’esterno, in una delle basilichette, si trova il busto di G.B. De Rossi (1822-94), fondatore dell'archeologia cristiana e loro scopritore nel 1849. Nella regione dei Papi si visita l'omonima cripta, dove furono sepolti nove pontefici e, forse, otto esponenti della gerarchia ecclesiastica: lungo le pareti sono le iscrizioni originali in greco dei pontefici; nella cripta contigua è la tomba di S. Cecilia, le cui reliquie furono rimosse da Pasquale I nell'821: gli affreschi alle pareti sono degli inizi sec. IX. Una galleria di fine sec. II dà accesso ai cubicoli dei Sacramenti, che ospitano affreschi della prima metà del III alludenti al Battesimo, all'Eucarestia e alla Risurrezione della carne; nella contermine regione detta di S. Milziade, il sarcofago del Bambino ha la fronte scolpita con episodi biblici.Nella regione dei Ss. Gaio ed Eusebio, cripte distinte, una opposta all'altra, accolgono i sepolcri dei papi Gaio ed Eusebio; su una copia in marmo di fine sec. IV (sul lato opposto, i frammenti originali) si legge un'iscrizione damasiana con il ricordo dello scisma suscitato da tale Eraclio per la questione dei «lapsi» (apostati dal Cristianesimo). Percorrendo la galleria s'incontrano, in successione, la cripta dei martiri Calocero e Partenio e il doppio cubicolo di Severo, che contiene un'iscrizione ritmica (non posteriore al 304) dove il vescovo di Roma Marcellino viene chiamato per la prima volta papa e viene professata la fede nella risurrezione finale. In una regione più remota è la deposizione del papa martire S. Cornelio, il cui sepolcro conserva l'iscrizione originale contenente il titolo di «martyr» e, ai lati, splendide pitture, con caratteri stilistici bizantini (sec. VII-VIII); in un vicino cubicolo sono alcuni tra i più antichi (fine II-inizi III) affreschi delle catacombe romane: nel soffitto, Buon Pastore e oranti, sulla parete di fondo due pesci con un cestino di pani sul dorso, simbolo dell'Eucarestia.Fanno parte del complesso callistiano le catacombe dei Ss. Marco e Marcelliano del sec. IV, che accolgono alcune pitture di soggetto biblico e sarcofagi a fregio continuo, e le catacombe dette di Balbina.