È monumento tra i più famosi di Roma e simbolo dell'Appia Antica: risalente c. al 50 a.C., è costituito da un basamento quadrato, già rivestito di travertino, su cui poggia un corpo cilindrico (diametro m 29.5, altezza m 11) ornato alla sommità di un fregio a rilievo, su marmo pentelico, con scudi gallici, festoni e bucrani (da questi ultimi deriva il nome di Capo di Bove alla zona), e coperto da una struttura di forma conica. Una lapide di marmo ricorda Cecilia, figlia di Metello Cretico (conquistatore di Creta) e moglie di Crasso, figlio del triumviro e generale di Cesare in Gallia. Gli attuali merli ghibellini del mausoleo si ricollegano alla sopraelevazione eseguita nel 1302 dai Caetani, che fecero della tomba il mastio dell'adiacente castello, posto a cavallo della via. Del complesso, distrutto in parte da Sisto V, rimangono resti pittoreschi e, sul lato opposto della strada, la chiesetta scoperchiata di S. Nicola a Capo di Bove, unica superstite delle numerose della zona, che costituisce un raro esempio di architettura gotica romana. Il complesso archeologico è stato sottoposto a un restauro (2000), che ha riguardato il mausoleo e il castello dei Caetani. Durante gli scavi sono state ritrovate parti crollate del fregio con ghirlanda che decora la sommità della tomba, frammenti della cornice in travertino ed elementi architettonici pertinenti ad altri monumenti della zona. Dagli ambienti scavati, oggi inclusi nel percorso di visita, è inoltre sorprendentemente riaffiorata una imponente testimonianza della lava, frutto dell'attività dei vulcani Laziali di 260 mila anni; questa lava è di particolare interesse sia per la sua vicinanza alla città, sia perché su di essa scorre la Via Appia Antica. Il Museo dell'Appia. All'attenzione di Luigi Canina, commissario alle Antichità di Roma nel 1850, si deve la soluzione di realizzare sulla Via Appia, presso i nuclei dei sepolcri, piccole quinte in muratura 'moderna' per inglobarvi i frammenti marmorei recuperati dagli scavi; i pezzi furono aggrappati alle pareti medievali del palazzo e murati in piccole strutture che avevano il compito di tenere gli oggetti mostrandoli secondo il gusto dell'epoca. Gli stessi oggetti, con l'aggiunta di alcuni recenti ritrovamenti, sono ripresentati oggi, dopo il restauro, svincolati dalle strutture del contenitore con il quale non hanno alcun riferimento, con la finalità anche di introdurre la visita dei monumenti della Via Appia nel suo tratto meglio conservato. Nella torretta, restaurata e coperta da un tetto ligneo che utilizza gli alloggiamenti delle travi originarie, sono presentati i materiali rinvenuti nel corso degli scavi contemporanei.