È cosi chiamata perché volta verso il mare, che prima dell'eruzione del 79 d.C. era più vicino alla città; si apriva nel tratto ovest delle mura: queste furono erette nel VI secolo a.C., quando la città già occupava l'intera collina, e rifatte in epoca sannitica e sillana. I due fornici - uno peri muli, l'altro, meno ripido, peri pedoni - erano coperti da un'unica volta a botte e muniti ciascuno d'imposte proprie. Come a Ercolano, anche qui in età romana molte ville s'addossarono alla cerchia sfruttando il terrazzamento artificiale delle fortificazioni. Dalla porta ha inizio Via Marina che incontra a sinistra un marmoreo scudo amazzonico (pelta), ingresso a una bottega. Sui lato opposto della strada, il tempio di Venere è separato dalla strada da un alto muro in “opus reticulatum” innalzato dopo il terremoto del 62; il culto della dea («Venus Physica» o Venere pompeiana) ha a Pompei origini antichissime, ma diviene preminente solo dopo l'istituzione della colonia (80 a.C.), grazie alla particolare devozione di Silla.