La vasta area pianeggiante a sud di Verona è terra da sempre a vocazione agricola. Nel settore occidentale, mosso dai rilievi morenici coperti di vigneti, il “serraglio” scaligero segna il percorso che lega il capoluogo a Villafranca. Lunga 16 km, dotata di quasi 200 torri, predisposta durante il XIV secolo da Cangrande della Scala, signore di Verona, per difendere i suoi domini sul confine con il Mantovano, la cortina difensiva andava dal Mincio fino alle bassure paludose delle valli, in prossimità del Po. Il ponte fortificato di Borghetto sul Mincio, il castello di Valeggio e la possente rocca di Villafranca erano i perni di questo formidabile sistema, caduto in disuso nel XV secolo con l’evoluzione delle tecniche militari. Ma Villafranca rimonta però a epoca precedente. La forma quadrangolare, lo schema reticolare delle sue vie, l’omogeneità del tessuto edilizio definiscono infatti i caratteri di un “borgo fondato”, la cui data si fissa al 9 marzo 1185