La chiesa è tra i capolavori dell’architettura gotica fiorentina, ed è molto famosa per la concentrazione di opere d’arte e per le tombe di personaggi illustri.<br>Fu iniziata nel 1295 da Arnolfo di Cambio in luogo di una chiesa già esistente, per essere terminata verso il 1385, e consacrata soltanto nel 1443. La facciata e il campanile sono molto più recenti, in stile neogotico, costruiti la prima tra 1853 e 1863, il secondo nel 1847.<br>L’interno, ampio e solenne (115,43 metri per 38,23), ripete lo schema a T di molte chiese conventuali, con esteso transetto e abside poligonale. Le tre navate sono divise da grossi pilastri ottagonali che reggono grandi archi ogivali; quella centrale ha copertura a capriate. Notevole l’insieme delle vetrate tre-quattrocentesche.<br>Nella navata destra, tra il primo e il secondo altare si incontra la cinquecentesca tomba di Michelangelo. Seguono il cenotafio di Dante Alighieri (1829), il monumento a Vittorio Alfieri (di Antonio Canova, 1810) e – oltre il pulpito di Benedetto da Maiano – la tomba di Niccolò Machiavelli (di Innocenzo Spiazzi, 1787), con la celebre iscrizione «Tanto nomini nullum par elogium» (“Nessun elogio è adeguato a tanto nome”).<br>Dopo il quinto altare destro, spicca un’edicola in pietra serena con splendida Annunciazione di Donatello (1435 circa).<br>Passata una porta laterale, si trovano il monumento all’umanista Leonardo Bruni (di Bernardo Rossellino, 1444-45) – la prima tomba illustre qui a S. Croce – e, accanto, quella di Gioacchino Rossini (1900). Dopo l’ultimo altare, la tomba di Ugo Foscolo (1939).<br>Nel braccio destro del transetto, la grande cappella Castellani reca affreschi di Agnolo Gaddi e aiuti; il tabernacolo è di Mino da Fiesole.<br>Alla testata del transetto si apre la cappella Baroncelli, affrescata con storie della Vergine da Taddeo Gaddi (1332-38).<br>Da un portale, opera di Michelozzo, si passa in un corridoio e quindi, a sinistra, nella vasta sagrestia trecentesca: sulla parete destra si trovano affreschi di Niccolò Gerini, Spinello Aretino e Taddeo Gaddi (Crocifissione).<br>In fondo, la cappella Rinuccini reca affreschi di Giovanni da Milano eseguiti tra 1363 e 1366.<br>Al termine del corridoio della sagrestia si entra nella cappella Medici, nitida struttura rinascimentale di Michelozzo; all’altare, terracotta smaltata di Andrea della Robbia (1480 circa).<br>Le cappelle di fondo sono cinque per lato, divise dalla maggiore. Particolarmente significative appaiono le cappelle Peruzzi e Bardi, con frammenti di affreschi di Giotto (1320-25) che raffigurano Storie di S. Giovanni evangelista e di S. Giovanni Battista (nella Peruzzi) e Storie di S. Francesco (nella Bardi). Questi affreschi sono attualmente sottoposti ad analisi di restauro.<br>La cappella maggiore si ispira fortemente al gotico francese, con il suo slancio verticale e le tre strette bifore. Il ciclo che la decora (Storia dell’Invenzione della vera croce) si collega al nome della chiesa, ed è opera di Agnolo Gaddi (1380 circa).<br>Tra le cappelle a sinistra della maggiore si segnalano la cappella Pulci-Berardi, con affreschi trecenteschi di Bernardo Daddi e pala d’altare in terracotta invetriata di Giovanni della Robbia, e la cappella Bardi di Vernio, affrescata con storie di S. Silvestro da Maso di Banco (1340 circa), originalissimo allievo di Giotto.<br>All’estremità del braccio sinistro del transetto, un’altra cappella Bardi di Vernio conserva sopra l’altare – visibile soltanto in lontananza – un Crocifisso ligneo di Donatello.<br>Nella navata sinistra, dopo i monumenti ottocenteschi a Luigi Cherubini e a Leon Battista Alberti (di Lorenzo Bartolini), si incontra quello quattrocentesco a Carlo Marsuppini (di Desiderio da Settignano).<br>Tra il quinto e il quarto altare sinistro, Pietà del Bronzino e, al pavimento, pietra tombale di Lorenzo Ghiberti col figlio Vittorio; tra il secondo e il primo altare, la tomba settecentesca di Galileo e del suo allievo Vincenzo Viviani.