Sono numerose le opere letterarie dell'antichità che nominano questa antica città messapica, divenuta municipium romano e distrutta nel XII secolo da Guglielmo I re di Sicilia. Anche perché qui nacque uno dei padri della poesia latina, quel Quinto Ennio che nei 18 libri degli Annales celebrò la storia dell'Urbe, dalle origini fino al 174 a.C. Nell'area archeologica si riconoscono tratti di mura messapiche e tracce di edifici romani in grossi blocchi di pietra, alcuni forse di carattere pubblico, limitati da strade lastricate a selci poligonali. Risalgono all'età romana anche i resti di una fontana monumentale e di un anfiteatro in gran parte interrato, mentre messapiche sono le tombe e un ipogeo a tre ambienti scavato nella roccia, un tempo decorato da pitture.