Sorto sul luogo delle terme di Costantino, l'ultimo grande impianto pubblico antico, conserva il celebre affresco di Aurora di Guido Reni. Commissionato dal cardinale Scipione Borghese a Flaminio Ponzio (1605) e completato da Carlo Maderno (1616), il palazzo appartenne al cardinale Giulio Mazzarino e ai suoi eredi che lo ampliarono, e nel 1704 fu acquistato dai Pallavicini Rospigliosi, che tuttora lo detengono. Il casino Pallavicini è una graziosa loggetta con tre ambienti di cui il centrale arretrato: al soffitto del salone centrale, Aurora di Guido Reni (1614); alle pareti, Trionfo dell'Amore e della Fama, fregio di Antonio Tempesta, e le Quattro Stagioni di Paul Brill. Nelle stanze adiacenti, Rinaldo e Armida di Giovanni Baglione (1614) e Combattimento di Armida del Passignano. Dietro il palazzo che ospita la Galleria Pallavicini, sulla sin., in un secondo giardino è un ninfeo detto «Il teatro»; la decorazione della vicina loggia delle Muse si deve ad Agostino Tassi (quadrature) e Orazio Gentileschi (muse e Concerto di musici).