Visitarla la sera è una visione indimenticabile, con il grande cortile interno e i tre minareti illuminati. Per apprezzarla al meglio si deve arrivare quando il portale di Bab al-Barid è ancora aperto per la preghiera della sera: sotto la volta, i mosaici alla luce sembrano prendere vita. Nonostante le incursioni mongole e gli incendi subiti, la Grande Moschea di Damasco, o moschea degli Omayyadi, non ha perso la sua solenne grandiosità. Se ne ha un anticipo sbirciando attraverso Bab al-Barid, inaccessibile ai visitatori stranieri (l'altro ingresso è Bab al-Amarah, sulla sinistra). Il fascino maggiore sta nel vasto cortile rettangolare, elegantemente porticato. Sulla sinistra dell'entrata principale è la cupola del Tesoro (Bayt al-Mal), piccolo padiglione rivestito di raffinati mosaici nel quale erano conservati i beni della comunità; sul lato opposto, la cupola dell'Orologio. Al centro del cortile è la cupola dell'Abluzione per i rituali che precedono la preghiera, cui si affiancano i cosiddetti candelabri di Bayram. Di grande interesse è il portico occidentale, che conserva un tratto della decorazione a mosaico originale tanto all'interno quanto sul lato che affaccia sul cortile. Dai portici si accede alla vasta sala della Preghiera, divisa in tre lunghe navate interrotte da un transetto, elemento insolito nella tradizione islamica, sormontato dalla cupola dell'Aquila. A est del transetto, il cenotafio di S. Giovanni Battista, eretto nel luogo in cui la tradizione racconta sia stata sepolta la testa del Battista.