Già gli angioini avevano individuato la sommità della collina del Vómero come punta ideale per presidiare la città, costruendovi nel 1329 il Belforte. Circa due secoli dopo (1537-46) il vicerè Pedro de Toledo vi fece erigere una massiccia fortezza, con pianta stellare a sei punte. Da qui, più che difendere la città contro i nemici esterni, la si teneva sotto controllo, come durante la rivolta di Masaniello; in seguito divenne prigione (vi furono rinchiusi tra gli altri Tommaso Campanella, dal 1604, e molti tra i protagonisti della rivoluzione partenopea del 1799). Dopo i restauri di fine '900, oltre la porta ornata dal grande stemma di Carlo V sono oggi visitabili l'ampia piazza d'armi, con la chiesa (XVI secolo) e gli alloggi degli ufficiali; da non perdere lo splendido panorama dagli spalti. In parte occupato dalla Soprintendenza ai Beni artistici e della Biblioteca di Storia dell'Arte Bruno Molajoili, sede di esposizioni ed eventi, il castello ospita le sale del nuovo Museo del Novecento.