Rappresenta una delle porzioni di tessuto urbano antico meglio conservate di tutta la Sicilia. Nell'area, estesa per circa un ettaro le indagini archeologiche hanno messo in luce un tracciato viario, che, secondo le prescrizioni dell'urbanista greco del V secolo a.C. Ippodamo di Mileto, è costituito da una maglia ortogonale di strade principali (plateiai) e secondarie (stenopoi). A tale impianto, nato verso la fine del IV secolo a.C., si sovrappone il quartiere romano, che in parte riutilizza, arricchendole con pavimenti musivi e decorazioni parietali in stucco e affresco, le strutture abitative ellenistiche; la presenza del peristilio contraddistingue queste ultime da quelle romane, dotate di atrio e deambulatorio su cui affacciano le stanze; di epoca romana sono anche le tubature per il rifornimento idrico e il riscaldamento delle abitazioni, nonché le infrastrutture fognarie per lo smaltimento delle acque piovane e dei liquami. Tale complesso urbano sarebbe durato fin verso il IV-V secolo d.C. Interessante conclusione della visita alla città antica è il santuario rupestre di Demetra, posto nelle vicinanze del moderno cimitero, edificio in pietra, addossato al monte, che segnala la presenza del più antico santuario agrigentino dedicato alla dea, costruito nel VII secolo a.C., anteriormente cioè alla fondazione di Akragas.