Venne costruito tra il 1284 e il 1341 sulla precedente cattedrale, unico edificio risparmiato dalla distruzione del Barbarossa e simbolo della ripresa della città. È in stile gotico lombardo, con facciata ‘a vento’ (ossia più alta del tetto delle navate, con due finte finestre aperte sul vuoto del cielo) caratteristica di molte chiese padane, in cotto, tripartita da grandi arcate e ingentilita in alto da una galleria cieca di colonnine sormontata da una serie di archetti intrecciati; vi si aprono bifore e una monofora, incorniciate da terrecotte, e un rosone marmoreo. Il portale, anch’esso marmoreo, reca nella lunetta una duecentesca terracotta (Madonna col Bambino e due santi). Il campanile a guglia (1340) richiama modelli d’oltralpe. L’interno è a tre navate. Nell’abside, l’organo è sormontato da un’Annunciazione di Vincenzo Civerchio, principale pittore cremasco del ’400; nella quarta campata della navata destra, S. Marco in carcere visitato dal Redentore è opera ultima, incompiuta, di Guido Reni. Dalla cripta cinquecentesca si accede ai locali dove sono visibili resti della costruzione originaria di epoca longobarda (VIII secolo).