È la prima eretta dai Gesuiti in Sicilia, dove giunsero nel 1549, affermandosi rapidamente. Iniziata nel 1564, fu notevolmente ingrandita con l'aggiunta delle cappelle laterali (1591-1633) e di una nuova cupola a metà del '600. L'interno, a croce latina e a tre navate, con profonde cappelle intercomunicanti, transetto e presbiterio absidati e cupola, rappresenta un magnifico esempio dell'arte barocca siciliana; in ogni sua parte è rivestito da tarsie policrome, da ornati marmorei o di stucco in rilievo, con profusione di sculture e di pitture, tutte opere condotte da numerose schiere di artisti nel corso di due secoli. Della decorazione pittorica originale rimangono gli affreschi nella prima campata della volta della navata, firmati da Filippo Randazzo (1743), e quelli della volta del presbiterio (gli altri sono rifacimenti eseguiti da Federico Spoltore nel 1954-56). Nel presbiterio e nell'abside è conservata la ricchissima decorazione originale, in cui spiccano le sculture di Gioacchino Vitaliano. La cappella a sinistra della maggiore è interamente rivestita di decorazione marmorea. A destra della chiesa si sviluppa il fronte occidentale della casa Professa, con bel portale del 1685 ed elegante chiostro del XVII secolo, attraverso il quale si accede alla Biblioteca comunale, fondata nel 1760 e qui trasferita nel 1775, otto anni dopo l'espulsione dei Gesuiti dal regno.