Il percorso archeologico del Pozzo della Cava è articolato in un anello di nove cavità comunicanti, articolate su quattro livelli (pianterreno, primo piano e secondo piano sotterranei, primo piano). Al loro interno sono visibili diversi ritrovamenti archeologici di varie epoche tra cui: il Pozzo della Cava, un enorme foro nel tufo di 36 metri di profondità, ordinato da papa Clemente VII nel 1527 per attingere acqua sorgiva in caso di assedio e realizzato ampliando un pozzetto etrusco ancora visibile; la fornace, con gli ambienti di lavoro e il forno di un laboratorio medievale di ceramica attivo fino all'inizio del Cinquecento, dove sono visibili numerosi scarti di fabbricazione in ceramica invetriata e in maiolica oltre a interessanti strumenti di lavoro originali; la muffola, i resti della camera inferiore di una piccola fornace per il terzo fuoco dei preziosi lustri rinascimentali, unico ritrovamento del genere in Umbria, scoperto nell'estate 1999; i resti di una tomba etrusca di tipo arcaico, scavata nella rupe orvietana; la cisterna etrusca per la raccolta dell'acqua piovana, con il tipico intonaco a cocciopesto; i butti, piccoli pozzi medievali, vere e proprie miniere di reperti antichi; la cantina scavata nel medioevo per produrre e conservare il famoso vino di Orvieto. Di recente sono state aperte: le nuove grotte (le più grandi e interessanti del percorso, che ospitano, tra l'altro, i resti dell'unica necropoli rupestre arcaica del territorio orvietano); l'antico ingresso, con restauro della vera del Pozzo della Cava e il grande arco che lo rendeva accessibile dalla via.