Fondato nel 1871, il Museo Civico di Modena restituisce alla curiosità dei visitatori testimonianze archeologiche, artistiche ed etnografiche della città emiliana e del territorio attorno a essa gravitante.

Si deve al contributo di Giovanni Canestrini e ai reperti da lui recuperati nel corso degli scavi archeologici nelle terramare modenesi l’avvio del complesso museale. Arricchisce la collezione la sezione etnologica grazie alla quale il Direttore Carlo Boni da testimonianza di popolazioni, usi e costumi ormai scomparsi o in esaurimento già alla fine del XIX sec.
In pochi anni, anche grazie al supporto dei cittadini (ricordiamo Giuseppe Campori tra gli altri) il Museo aumenta le sue ricchezze e trova la sua sede in Palazzo dei Musei (1886).

Nato per “accogliere e conservare tutto quanto potesse interessare l’intera popolazione” (Carlo Boni) il Museo sotto la direzione di Arsenio Crespellani amplia la sua area di interesse al contesto territoriale e si arricchisce di interessanti carte archeologiche. Ben presto le opere esposte si moltiplicano diversificandosi per natura e provenienza.

Riordinato nel 1900 per volere del Direttore Luigi Alberto Gandini con una particolare attenzione alle raccolte artistiche devolute in particolare dagli aristocratici cittadini espone seguendo un lineare progetto votato al rigore scientifico opere d’arte, strumenti musicali (dono del conte Luigi Francesco Valdrighi), armi (del marchese Paolo Coccapani Imperiali), la ricca collezione tessile di Gandini.

Sotto la direzione di Matteo Campori in particolare la collezione pittorica si impreziosisce con donazioni e con l’acquisizione di opere modenesi dei secoli XVI e XVII con particolare cura per il contributo di Adeodato Malatesta.

Oggi la raccolta d’arte restituisce al visitatore sculture, dipinti, strumenti musicali e scientifici, armi, tessuti, il collezionismo aristocratico, beni acquistati e recuperati e tanto altro ancora; testimonianze di cultura materiale che compone la mappa della bellezza e dell’arte del territorio modenese
Giuseppe Maria Crespi, il Cerano, Piranesi e Nicolas Regnier, il Canaletto e il Carracci, le stampe Dürer sono solamente alcuni degli artisti presenti nella collezione del Marchese Matteo Campori. Nella Sala dedicata al commerciante modenese Carlo Sernicoli, diversamente, è possibile lasciarsi ammaliare dagli argenti estensi e da importanti dipinti di autori antichi e moderni; ricordiamo il Guercino, Donato Creti e Elisabetta Sirani.