La sistemazione odierna, che lo vede preceduto da un trafficatissimo nodo viario, non rende giustizia all’edificio, costruito per volere di Andrea Doria. Penalizzata risulta soprattutto la facciata, nella quale spicca l’elegante portale d’ingresso: questo, opera di Silvio Cosini, fu disegnato da Perin del Vaga, cui l’ammiraglio affidò tutta la decorazione (1528-33) dei 14 ambienti nobili che compongono la residenza. L’artista fiorentino ne ripagò ampiamente la fiducia, come testimoniano gli appartamenti di Andrea Doria: a partire dall’atrio (Storie dei re romani e Trionfi), per proseguire con la loggia degli Eroi (Antenati di casa Doria) e il salone della Caduta dei Giganti (I giganti fulminati da Zeus) che custodisce il celebre ritratto di Andrea Doria in veste d’ammiraglio della flotta papale, a firma di Sebastiano del Piombo (1526). La visita continua nelle quattro stanze dell’ala ovest del palazzo, residenza privata del grande ammiraglio: le camere dei Sacrifici, dello Zodiaco, di Perseo e di Cadmo. La Galleria accoglie, invece, una serie di magnifici arazzi dedicati alla battaglia di Lepanto, eseguiti a Bruxelles nel 1582-1591. Capolavoro delle manifatture borgognone del ’400 è il celebre arazzo raffigurante le Imprese di Alessandro Magno in Oriente.<br>Non da meno appare il prospetto sud: porticato e avancorpi terrazzati fanno cornice al giardino all’italiana, diviso in una serie di terrazze sistemate alla fine del ’500. Al centro del parco spicca la fontana del Nettuno, opera datata 1599 di Taddeo Carlone, mentre quella del Tritone si deve a Giovanni Angelo Montorsoli (1543).