Piazza Umberto I, questo il vero nome del santuario della mondanità, è un raccolto cortile pieno di gente seduta ai tavoli e di passaggio. Accessibile direttamente dal terrazzo della funicolare, e aperta su un lato dalla scalinata che sale alla chiesa di S. Stefano, ricostruita in fantasiose forme barocche nel 1685-97 su disegno di Francesco Antonio Picchiatti con cupola e cupolette d'ispirazione araba. Nel presbiterio si trova il pregevole pavimento romano a tarsie marmoree, in origine a villa Jovis, mentre la sagrestia conserva notevoli opere d'arte, tra cui le consolle napoletane in legno intagliato e dorato di fine '600, busti in argento di santi, e l'antico reliquiario dei Pellicani di fattura senese del XIV secolo,coni gigli angioini. Il fronteggiante palazzo Cerio, riadattamento della residenza degli Arcucci, dove soggiornò anche Giovanna I d'Angiò, ospita il Centro caprense Ignazio Cerio, che accoglie una biblioteca e un museo con oltre 20.000 tra fossili, minerali e reperti raccolti sull'isola e nel mondo dal medico e naturalista caprese. A sud­est dell'emiciclo, il Municipio occupa alcuni ambienti del Palazzo Episcopale.