La rinascita della piazza, rimasta dopo l’ultimo conflitto mondiale in una condizione di degrado, è legata alla Facoltà di Architettura, costruita nel 1987-93 sulle rovine del seicentesco monastero di S. Silvestro, che a sua volta aveva incorporato alcune sezioni del palazzo del Vescovo (secolo XI). La realizzazione del nuovo polo universitario, diretta da Ignazio Gardella, ha interessato anche l’ex chiesa di S. Salvatore (1653), trasformata in aula magna. Alla sua destra, a un livello più basso, si trova l’oratorio di S. Antonio Abate, edificato all’inizio del secolo XVII come sede dell’omonima “Casaccia”. Al suo interno è conservata una splendida cassa (S. Giacomo Maggiore che abbatte i Mori) attribuita a Pasquale Navone; senza dimenticare il Cristo bianco di Anton Maria Maragliano (1710) e il Cristo Moro, crocifisso processionale realizzato nel 1639 da Domenico Bissoni. Seicentesco è anche il piccolo chiosco con fontana al vertice nord-orientale della piazza, opera di Bartolomeo Bianco.