È la piazza-strada di Chioggia, lunga 830 metri da porta Garibaldi all’affaccio in Laguna, da sempre centro di animazione, socialità, attività commerciali e servizi. Il corso, ricco di edifici porticati sul lato di ponente, assunse l’attuale importanza prospettica tra ’600 e ’700, quando vi si orientarono le fronti di vari palazzi. Fra questi il vasto e neoclassico Palazzo comunale (all’interno, tavola del 1437 attribuita a Jacobello del Fiore). Uno slargo, con al fondo la settecentesca chiesa dei Filippini, lo divide dalla chiesa di SS. Trinità, o Trinità dei Rossi, ricostruita da Andrea Tirali nel 1703; un ciclo pittorico tardomanierista (1599-1606) e affreschi di Palma il Giovane ornano il retrostante oratorio dei Battuti. Poco oltre, appena arretrato sul corso, s’incontra il portico in pietra d’Istria del Granaio, basso edificio del 1322 (tra i più antichi della città), restaurato nell’800; nel tabernacolo gotico in facciata, la Madonna col Bambino è attribuita a Jacopo Sansovino. Più avanti, sullo stesso lato, si trova la barocca chiesa di S. Andrea, con l’isolato campanile veneto-bizantino (XIII secolo). Vi ha sede il Museo della Torre dell’orologio (raro esemplare di orologio trecentesco e bel panorama dalla cella campanaria). Si giunge infine in piazzetta Vigo, all’imbarco per Pellestrina; vi sorge una colonna di marmo greco con capitello bizantino del XII secolo, sormontata da un leone di S. Marco. Da ponte Vigo (1685) si guadagna una prospettiva sul canale della Vena, caratteristico per i ponti che lo scavalcano e i mercatini quotidiani di pesce (dietro il Granaio), frutta e verdura alle sue fondamenta.