È la più celebre piazza di Torino. Il suo spazio monumentale chiuso ne fa una specie di 'salotto' urbano, da sempre cuore della vita popolare e teatro dei riti collettivi dei torinesi: passeggi domenicali, grandi manifestazioni politiche, festeggiamenti delle tifoserie calcistiche, eventi culturali. Prendendo a modello le places royales parigine, venne realizzata (1642-50) da Carlo di Castellamonte sui terreni attraversati dalle mura che delimitavano la 'città vecchia' e divenne lo snodo principale dell'espansione urbanistica verso sud. Al centro della piazza il 'caval 'd brons', monumento equestre a Emanuele Filiberto, raffigura il duca nell'atto di rinfoderare la spada al termine della battaglia di San Quintino ed è opera molto più tarda (Carlo Marocchetti, 1838). Secondo il medesimo schema della 'riquadratura' di piazza Castello, anche piazza S. Carlo deve la perfetta simmetria e omogeneità delle sue 'palazzate' al piano ducale, che donava i terreni circostanti ai nobili a patto che costruissero le loro residenze private secondo il disegno unitario di Castellamonte. I palazzi costituivano il paradigma della residenza aristocratica, che attestava l'importanza del casato e ne giustificava l'ammissione a corte: vasto ambiente rettangolare, con giardino interno, ampio atrio a pianterreno e al piano nobile il salone d'onore. Palazzo Solaro del Borgo, al N. 183 della piazza, benché rimaneggiato tra '700 e '800, rappresenta al meglio questa tipologia architettonica. Il piano sulla Strada è caratterizzato, sui lati lunghi del rettangolo, dalla continuità dei portici, ampi e luminosi, in origine sostenuti da colonne binate, poi riempite per rinforzo strutturale nel 1764. Sotto i portici due caffè storici (il caffè San Carlo, al N.156, e il caffè Torino, al N.204) e la confetteria Stratta (N.161), ancora arredata come nel 1836. Negli isolati della testata meridionale della piazza si stagliano due chiese gemelle. A sinistra la chiesa di S. Cristina (Carlo di Castellamonte, 1639), dal movimentato prospetto della facciata concava, disegnata da Filippo Juvarra (1716-18). Sul lato destro è la chiesa di S. Carlo, già iniziata nel 1619; il campanile è del 1779, mentre ancora più tarda è la facciata (1834) ispirata al disegno juvarriano di S. Cristina.