È il tratto inferiore del Corso, che nel ’500 era la principale direttrice del traffico cittadino, e conta una serie di eleganti palazzi di quell’epoca.<br>La colonna del Marzocco, simbolo fiorentino, è una copia di quella, attribuita al Vignola, che ora si trova nel cortile del Museo Civico.<br>Palazzo Avignonesi (N. 91) e palazzo Tarugi (N. 82) sono entrambi considerati opera del Vignola.<br>Palazzo Cocconi (N. 68-72), con le sue caratteristiche finestre a edicola, è attribuito ad Antonio da Sangallo il Vecchio. Nel basamento del vicino palazzo Bucelli sono murate urne e iscrizioni etrusche e latine.<br>Su una scalinata con balaustra, la chiesa quattrocentesca di S. Agostino ha un’elegante facciata di Michelozzo. Di Michelozzo è anche il rilievo in terracotta nella lunetta del portale. All’interno, alterato fra 1789 e 1791, si trovano opere di Giovanni di Paolo, di Antonio di Sangallo il Vecchio (Crocefisso in legno dipinto), di Antonio Pollaiolo, di Lorenzo di Credi, e di un allievo del Pomarancio.<br>Di fronte alla chiesa, la torre di Pulcinella (1524) è coronata da un automa che batte le ore.<br>Palazzo Venturi (N. 12) ha finestre seicentesche.<br>Passato l’arco della Cavina, si affacciano su piazza delle Erbe le tre arcate della tardo-cinquecentesca Loggia del Grano, attribuita a Ippolito Scalza.