L'unica piazza monumentale lungo via del Corso prende il nome dalla famosa colonna coclide e ha costituito fino a tutto l'800 il centro della vita cittadina. In età classica, il lato di fondo (dove è ora palazzo Wedekind) era occupato dal tempio di Marco Aurelio, mentre gli altri lati erano a portici e quello a est era occupato da tre isolati di età adrianea adibiti ad abitazioni e botteghe. Posta nel Medioevo all'incrocio di due percorsi di pellegrini - da porta Salaria a ponte S. Angelo e da porta del Popolo al Campidoglio - con la fine del '500 la piazza iniziò ad assumere l'aspetto mantenuto sino allo scorcio del sec. XIX (Sisto V restaurò la colonna e iniziò la demolizione - completata da Alessandro VII - delle modeste case che vi si affacciavano, sostituite da palazzi nobiliari: Del Bufalo poi Ferrajoli, Aldobrandini poi Chigi, Giustini poi Piombino), e l'ubicazione lungo il Corso ne fece quasi il 'foro' della città papale (nell'800 vi ebbe sede la direzione generale delle Poste pontificie e vi furono aperti frequentati caffè; famosi furono anche i concerti bandistici). L'allargamento del Corso previsto dal piano del 1873 comportò la demolizione del lato est e la costruzione della galleria Colonna.