Costituisce l'ingresso sud della città storica ed è articolata intorno al fulcro includente la basilica, il palazzo e il Battistero; peculiarità della piazza è quella di accostare testimonianze monumentali che rappresentano quasi una sintesi della cultura architettonica romana: dall'obelisco egizio e i vistosi resti di età imperiale al paleocristiano, dal romanico al tardo Rinascimento e al barocco, fino allo storicismo ottocentesco e al «Novecento». Corrispondente all'estremità est del Celio, il Laterano ospitò sin dagli inizi dell'Impero le residenze patrizie, e qui venne eretto il monumento equestre a Marco Aurelio, ora nel Museo Capitolino. La residenza dei Laterani, confiscata da Nerone, fu messa a disposizione del vescovo di Roma, papa Melchiade, da Fausta, moglie di Costantino, divenendo la residenza sua e dei suoi successori, mentre l'imperatore volle erigere accanto ad essa (313-318) la prima basilica cristiana. Il complesso del palazzo e della basilica (Patriarchìo) decadde in seguito al trasferimento dei papi ad Avignone e, dopo lo spostamento della residenza pontificia in Vaticano, sacrificato alla radicale trasformazione della piazza voluta da Sisto V, che fissò qui uno dei poli principali del suo piano urbanistico; sotto la direzione di Domenico Fontana (1585-89) furono aperti i rettifili di collegamento con S. Maria Maggiore, il Colosseo e l'Appia Antica ed eretto alla loro confluenza l'obelisco-segnale, nonché costruiti il nuovo Palazzo Lateranense, la loggia delle Benedizioni e l'edificio della Scala Santa. La scenografia fissata dall'intervento sistino fu arricchita nei secoli successivi fino all’edificazione, voluta da Pio XI, dell'edificio «novecentista» del Pontificio Ateneo Lateranense. Teatro fino all'esilio avignonese della cerimonia della presa di possesso, da parte del neoeletto papa, della residenza vescovile e della basilica cattedrale, la piazza ospita ancora oggi la festa della notte di S. Giovanni (23-24 giugno), di antichissima origine pagana.