Il nome del corso – e dell’area urbana, intorno alla scomparsa pusterla medievale lungo il Naviglio – potrebbe derivare da Monforte d’Alba, da cui proveniva la comunità catara catturata e deportata a Milano dall’arcivescovo Ariberto d’Intimiano. Essendosi rifiutati di abiurare, intorno al 1033 i catari piemontesi furono mandati al rogo, e bruciati nel luogo che da allora è chiamato col nome del loro paese. Nel tratto esterno alla Cerchia dei Navigli, il corso è un susseguirsi di edilizia di gran pregio, con il settecentesco palazzo della Prefettura (n. 31) e palazzo Isimbardi. Il palazzo d’angolo con via Conservatorio, progettato da Alfredo Campanini, ha uno stile fra barocchetto lombardo e liberty.