I toni caldi della pietra leccese compongono la raffinata scenografia barocca di questa piazza, detta anche cortile del Vescovado, centro della comunità probabilmente già in età romana. Se lo straordinario quadro architettonico è oggi dominato da edifici sei-settecenteschi, non si deve dimenticare che questo spazio nel cuore antico di Lecce divenne già in età normanna il polo delle principali funzioni civili e religiose, tenute nelle due aree contigue in cui ancora oggi risulta diviso lo spazio.<br>Nel primo grande quadrato si svolgeva l'importante fiera del Vescovo, che, istituita nel 1452, richiamava mercanti e compratori da tutto il territorio; l'area definita dal Duomo e dall'Episcopio accoglieva invece i fedeli per le benedizioni e le cerimonie sacre. Rinnovata nel 1459 con una riduzione della superficie per la realizzazione di botteghe artigianali, piazza del Duomo si presenta fino alla metà del Settecento come uno spazio completamente 'privato'. Racchiusa da un recinto difensivo e sorvegliata dall'alto campanile utilizzato come torre di vedetta, assolveva anche il ruolo di cittadella fortificata, accogliendo la popolazione in caso di pericolo. La sua forma attuale, dopo le grandi ricostruzioni barocche - l'ampliamento del Duomo e del Palazzo Vescovile e la realizzazione del campanile e del palazzo del Seminario - che crearono uno straordinario equilibrio di forme e volumi, si deve a un intervento del 1761, con il quale si procedette all'eliminazione della porta d'accesso e alla costruzione dei monumentali propilei, con logge sovrastate dalle figure di santi e Padri della Chiesa. Venne cosi definita una nuova visione prospettica dello spazio che, lungi dal chiudere la piazza, avvicina e inquadra gli edifici in uno scenario teatrale, di cui la Cattedrale e il Palazzo Vescovile rappresentano le quinte. Da non perdere la visione notturna della piazza, trasformata da un sapiente gioco di luci in uno scenario di metafisica bellezza.