Un ristorante all'interno di un casolare di campagna che fa vivere un’esperienza fuori dal comune fatta di tanti piccoli assaggi di cucina locale che viaggia per il mondo. Da Kresios si sogna, si guarda oltre verso il mondo pur restando con i piedi nel Sannio. Merito di questo va allo chef e patron Giuseppe Iannotti, che, a pochi esami dalla laurea in ingegneria informatica, ha deciso di lasciare tutto per la cucina. Anni di studio, ricerca e applicazione per arrivare al suo sogno, alla sua idea di ristorazione. In un ambiente pulito e minimalista chiaro e rilassante si mangia una cucina fusion che ha nel cuore la Campania. Si parte con una batteria di stuzzichini per nulla banali e casuali come i tagliolini di zucchine alla scapece con perlage di tartufo e menta, il bao al pomodoro, acciughe e origano, il pollo arrosto o il raffaello di foie gras. Si continua con la degustazione vera e propria fatta di piatti con numerosi elementi fermentati e lavorati secondo tecniche giapponesi come nel caso del Katsuobushi di vitello. Goloso lo spiedino di rana pescatrice condito con polvere di aglio nero e crema di umeboshi, elaborato ma schietto lo spaghetto di grano duro che completa la cottura in un sugo di pesce realizzato con 50 tagli differenti. Entusiasmante la carrellata di dolci finale con il krapfen alla crema di gianduia a concludere il pasto. Il servizio è coordinato dal giovanissimo Alfredo Buonanno che cura una delle cantine più articolate e particolari d’Italia