Pompei è tra le città più intrise di storia al mondo e qui Paolo e Laila Gramaglia cercano di raccontare, attraverso il cibo, la cultura di un’età rimasta fossilizzata al 79 d.C. Il legame al passato si manifesta sin da subito con il pane, proposto dallo chef Paolo in più varianti ancestrali per l’uso di farine e lavorazioni antiche. Si prosegue per il viaggio nel passato con Satura, il piatto di benvenuto degli antichi pompeiani, che viene qui presentato sotto forma di G zuppa di farro e orzo con bacche di goji, lampone disidratato e gel di passion fruit. Un altro piatto che racconta la florida età romana è la Cassata Oplontis. In generale la cucina del President gioca con le spezie, la frutta secca e fresca, il miele, la ricotta: materie prime molto diffuse intorno al 79 d.C. come ci testimonia l’opera di Apicio. Oltre a questo ci sono contaminazioni più esotiche e tecniche di cottura contemporanee come nel caso delle tagliatelle dal mediterraneo verso l’oriente ossia tagliatelle sottili di calamaro in infusione di salsa ponzu oppure dell’Astice ubriacata in bellavista dove il crostaceo cotto a vapore viene abbinato a caviale, guacamole, palmito e agrumi. Il servizio è cortese e preparato. La carta dei vini ben fornita. A pochi metri dal Santuario e dal sito archeologico, il ristorante è ideale per una pausa gastronomica dalla storia del mondo