La denominazione ufficiale dell’area protetta – «Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano» – sottolinea la sua triplice valenza: archeologica, per gli innumerevoli insediamenti rupestri, dalla preistoria all’età bizantina; storica, per le testimonianze della tradizione rurale lucana; naturalistica, per lo spettacolo offerta dalla Murgia al confine tra Basilicata e Puglia. Il territorio protetto si stende per oltre 6mila ettari tra la città di Matera e il centro di Montescaglioso: l’ambiente tipico è quello del tavolato di roccia tenera (tufo), segnato da profondi solchi d’erosione fluviale (gravine) e cavità, con una rada vegetazione a steppa e macchia, punteggiata da querce mediterranee: fragni, lecci e roverelle. Il nome del Parco fa poi specifico riferimento alla vera particolarità del luogo, l’eccezionale numero di chiese rupestri, circa 150, ricavate a partire da cavità naturali e ampliate alla bisogna, le più antiche databili al Medioevo, spesso legate alle vicende di monaci eremiti.