Nato sul finire del X secolo per diretto impulso del fondatore della congregazione camaldolese, san Romualdo, è celebre per aver ospitato, oltre a Dante che ne parlò nel Paradiso, santi e vescovi, tra cui san Pier Damiani, ma entrò in decadenza a partire dal XIII secolo. Gli edifici attualmente visibili, interessati da profondi restauri effettuati negli ultimi cinquant’anni, mostrano forme romanico-gotiche.La chiesa, a croce latina a una navata, ha volta a botte a sesto acuto, il transetto e il presbiterio molto rialzati sulla cripta (sec. X) e termina con una grande abside. A destra della facciata della chiesa è la porta d'ingresso all'eremo, oltre la quale si trova l'entrata della sala S. Pier Damiani, vasto vano con piano sfalsato, dalla volta a botte a sesto acuto e finestre gotiche trilobate, nel quale si ammirano un bel tavolo del '500 e vari mobili del '600. Segue lo scriptorium, con volta a botte a sesto acuto e doppio ordine di finestre, al centro del quale è un magnifico tavolo intagliato del '500. Di fronte alla sala S. Pier Damiani, si accede alla Biblioteca «D. Alighieri», grande vano con volta a botte dove si conservano pregevoli edizioni dei sec. XVI e XVII (15 000 volumi). Varcata una seconda porta, s'incontra il piccolo suggestivo chiostro, con pesanti archi in parte romanici e in parte gotici, quindi la bella sala capitolare e il refettorio barocco (sec. XVIII); dal chiostro un lungo corridoio porta alle celle risalenti alla fondazione dell'eremo (notare le finestrelle da cui i monaci ricevevano il cibo); al termine del corridoio si apre a sin. la camera dove sarebbe stato ospitato Dante, con il busto del poeta e lapide commemorativa collocati nel 1557 dal card. Ridolfi. Al piano superiore, altre celle, la Sala delle Accademie e la Biblioteca «D. Giacinto Boni», spogliata nei sec. XV e XVI, ma in cui si conserva ancora una stauroteca d'arte bizantina del sec. XII a sbalzo dorato