Sulle orme di Eataly, diverse realtà si stanno muovendo per promuvere l'eccellenza della gastronomia italiana nel mondo. Oggi parliamo di un insolito Ulisse gourmet che salpa da un porto marchigiano...

Oscar Farinetti ha sicuramente aperto un fronte interessante per il food made in Italy: forse era l'uovo di Colombo, ma intanto dobbiamo a lui se c'è una commercializzazione dei nostri prodotti di punta nei mercati internazionali più prestigiosi, da New York al Giappone.
La qualità dei nostri prodotti enogastronomici è indubbia, tant'è che quando si parla di made in Italy - lo ricordiamo, il terzo marchio più noto al mondo - tutti pensano all'abbigliamento e al cibo.
Eataly non è l'unico esempio, anche se oggi è di certo il più imponente: ci sono anche altre realtà, più piccole, più locali, che pensano in grande. Se Ulisse ha varcato le colonne d'Ercole con una barca a remi, perché non dovremmo farcela anche noi, si è chiesto Ido Traini, giovane imprenditore marchigiano con un passato da ristoratore (la sua famiglia gestisce da vent'anni la trattoria Lorè di Porto San Giorgio)? Così, con un paio di collaboratori come lui esperti di enogastronomia e un selezionato numero di piccoli produttori di altissima qualità, ha lanciato il marchio Foodissey, che fin dal nome dichiara il suo ispirarsi all'eroe omerico.

«Il nostro vuol essere un viaggio in cerca di prodotti buoni, sani, realizzati artigianalmente e con grande attenzione all’ambiente e al rispetto del territorio. E ci proponiamo come food hunters, cacciatori di cibo, perché vorremmo essere il mezzo tramite il quale gli appassionati, italiani e stranieri, scoprono alcune chicche nascoste nel territorio. Non avete idea di quante sorprese, quanti segreti. Ho trovato un miele barricato in botti di rovere, unico in Italia; un olio monofrantoio assolutamente eccellente, confetture biologiche dei prodotti più insoliti – peperoncino, uva spina, mela e menta – e perfino il "mitico" brodo di giuggiole, che esiste davvero.»

Appena nato, Foodissey già pensa in grande: oltre all'Italia, cui si rivolge già da ora con una selezione di prodotti, nel mirino ci sono i mercati internazionali, a cominciare da quell'Estremo Oriente e dal Sud Est asiatico che di recente hanno dimostrato grande attenzione alla qualità italiana – Umberto Bombana, chef bergamasco con tre stelle Michelin, con il suo ristorante 8 e 1/2  delizia i palati più raffinati di Hong Kong e di Shangai –. Aggiunge Traini: «Quello che vogliamo è raccontare l'eccellenza della nostra enogastronomia», ci dice, "ma anche il suo legame forte con il territorio, la passione e la qualità delle nostre imprese artigiane. Non solo delle Marche, da dove siamo partiti, ma di tutta Italia. I sapori devono diventare un richiamo irresistibile, come quello delle sirene, tanto per citare ancora Omero.»