Quando si torna da una qualsiasi viaggio la domanda di rito è sempre la stessa: era bello? Dove quel bello significa mille cose diverse per ognuno. C'è chi per bello intende un luogo pieno di tesori d'arte, e chi una natura incontaminata, chi una spiaggia di Ibiza e chi un pizzo sulle Alpi. E in base a questo personale idea del bello ognuno sceglie le destinazioni dei propri viaggi e delle proprie vacanze. La personale idea del bello del giornalista Andrew Blackwell corrisponde con i luoghi più inquinati del mondo, da quel che resta della centrale nucleare di Chernobyl alle sabbie bituminose dell'Alberta, dalle miniere di carbone della Cina al fiume più inquinato dell'India. Questo tipo di viaggio gli piace così tanto che ne ha scritto anche un libro, Benvenuti a Chernobyl, edito da Laterza (pag. 328, euro 18). Ecco come spiega la sua passione. E se siete curiosi di vedere i suoi viaggi, qui si trova una gallery della sua gita a Chernobyl, in Ucraina.

Perché sei così affascinato da posti così poco turistici?

Molte persone sono interessate a posti non turistici. Vanno in cerca di cose reali, non solo esperienze che sono state create per essere vendute ai turisti. Anche se ovviamente quando inizi a distinguere tra cosa è reale e cosa è turistico entri in un buco senza fine in cui le esperienze autentiche sono create a tavolino proprio per evitare che uno si possa sentire turista. Come ci può essere qualcosa di più falso di questo? Nel mio caso comunque sono stato spinto da due cose. Primo, volevo avere esperienza diretta dei problemi ambientali di cui avevo solo letto. E secondo, volevo portare questa ricerca per le esperienze non turistiche all'estremo più assurdo possibile. Cosa ci può essere di più autentico di una destinazione turistica che nessuno vuole visitare?

Nei vari luoghi che hai visitato per scrivere il libro hai trovato altri turisti?

Non molti. Ma qualcuno con questa passione si trova. Ho dei contatti con alcune persone che hanno visitato Linfen, la città più inquinata della Cina. E in Amazzonia ovviamente non c'è certo mancanza di turisti, anche se sono più interessati alla foresta in sé che ai luoghi dove è stata tagliata che invece erano la mia meta. E anche il sud del Texas è un posto molto frequentato per pescare e cacciare, anche se io ero a caccia di raffinerie.

Qualcuno di questi luoghi è nel frattempo diventato una destinazione turistica?

Chernobyl oramai è una destinazione piuttosto frequentata dai visitatori curiosi che arrivano in Ucraina. Non sono ancora tantissimi i turisti che ci vanno, ma l'impressione è che i numeri siano in crescita

Il posto peggiore che hai visitato?

Non mi sentirete mai dire che un posto è il peggiore, perché io vado in cerca di questi posti del cavolo e ho molto indulgenza per questi luoghi. Ma come turista dell'inquinamento posso testimoniare che la cosa peggiore che ho respirato sono stati i miasmi del fiume Yumuna, in India. Era un odore davvero pessimo.

Luoghi inquinati che non hai ancora avuto il piacere di visitare?

Il mondo è pieno di luoghi inquinati e dunque non c'è limite al numero di luoghi interessanti se usiamo questa prospettiva. Ci sono un gran numero di discariche in Africa, nella Filippine e ovunque nel mondo che sarebbe bello poter visitare. E mi sarebbe piaciuto da matti visitare le comunità che ci vivono accanto.

Credi che il turismo dei disastri ecologici diventerà mai trendy come l'ecoturismo?

In realtà non riesco a vedere le due cose come separate. Il turismo dei luoghi inquinati è essenziale come l'ecoturismo, è l'altra faccia della medaglia. La cosa che mi ha sempre sorpreso è che destinazioni inquinate hanno tanto da offrire anche in tema di natura e bellezza. Comunque non crede che il turismo dei luoghi inquinati diventerà mai di moda, ma è un peccato. Perché più persone visitano questi posti, meno rimarranno dimenticati dalle mappe. E allora magari si potrà iniziare a fare qualcosa.

Ultima domanda: come stai di salute?

Bene, per quanto ne sappia. Nei posti dove sono andato comunque vivono e lavorano un sacco di persone, per tutta la loro vita. E due settimane passate lì non possono certo avermi fatto così male.