Sono oltre 6400 i chilometri di linee ferroviarie in disuso che potrebbero essere riscoperte e recuperate. Questo lo scopo della proposta di legge promossa dagli onorevoli Luigi Famiglietti e Giovanna Sanna e sottoscritta da oltre 35 parlamentari, che inizia il suo iter alla Camera.
 
Una nascente rete della mobilità cosiddetta dolce, dunque, che vedrebbe le linee ferroviarie recuperate con percorsi dedicati alle bici e al turismo equestre, ma anche strade rurali, tratturi e antiche vie per gli scambi commerciali. In alcuni casi si parla anche di riattivazioni di piccoli treni, sull'esempio dei cosiddetti "trenini verdi" che soprattutto all'estero (ma anche in Italia) funzionano bene e non sono impattanti sull'ambiente. Un sistema che può aiutare a valorizzare il patrimonio culturale e sociale del Paese oltre che a impedire un ulteriore abbandono di zone appenniniche e montane.
 
Il disegno di legge sostenuto dall’associazione CoMoDo – la confederazione di mobilità dolce cui aderiscono le più importanti associazioni ambientaliste tra cui il Touring Club Italiano – è da circa sette anni in bilico tra una legislatura e l’altra. Ci auguriamo che sia la volta buona anche perché la copertura finanziaria è stata individuata e di questi tempi non è poco.
 
La copertura di legge prevede infatti 5 milioni di euro per ciascun anno 2014-2016 individuati nel programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da ripartire" del Ministero dell'economia e delle finanze. I finanziamenti saranno ripartiti ai soggetti senza scopo di lucro cui potrà essere affidata la gestione della rete.
 
Il disegno di legge sostiene principalmente i tratti di ferrovie dismessi e segnala in particolare la tratta della via regia sulla lunga via delle Dolomiti, la tratta Avellino-Rocchetta S. Antonio, i percorsi nel Cilento e nel Beneventano, la vecchia tratta calabro-lucana, quella in Sardegna Nulvi-Luras Palaumarina tra le province di Sassari e Olbia, la tratta Macomer- Bosa tra Oristano e Nuoro. Molti tratti campani e sardi, come si può evincere; forse anche per la provenienza dei due onorevoli promotori.