Nella città ideale del prossimo futuro non ci saranno ingorghi, traffico, incidenti, questo perché spariranno anche semafori, cartelli stradali, marciapiedi. Un'idea bizzarra all'apparenza, ma frutto di uno studio serio e articolato partito dal teorico del cosiddetto “shared space”, lo spazio condiviso, Hans Monderman.

 

Tutto parte dal presupposto che se si impone un limite di velocità di 30 chilometri all'ora e si tolgono gli orpelli che dividono automobilisti, ciclisti e pedoni, tutti son più sereni e viaggiano con più armonia. C'è da dire che Monderman era olandese e forse gli sfuggivano le dinamiche del traffico all'italiana, però le sue teorie urbanistiche zen e responsabilizzanti sono sempre più prese in considerazione in molte città europee.

 

IL PROGETTO FARESPAZIO A MILANO

Immaginare l'ordine in movimento in Germania o in Olanda è una cosa, diverso a Milano e a Roma. Però proprio Milano potrebbe essere un test per diffondere il principio dello spazio condiviso anche qui. Ne sono convinti gli architetti dello studio Piuarch che con il loro progetto Farespazio hanno pensato a come reinterpretare la zona di Piazza Castello, nel cuore del capoluogo lombardo. Già da qualche mese, infatti, il Comune sta cercando di rivoluzionare l'area per renderla più condivisibile da cittadini e turisti.

 

Ancora non c'è un'idea precisa, ma siamo certi che a breve una soluzione si dovrà trovare. Se il progetto Farespazio dovesse essere il prescelto tornerebbe la circolazione di auto, ma limitate a trenta chilometri all'ora; aumenterebbe lo spazio verde; le piste ciclabili appena realizzate sparirebbero. E a tutti quelli che transiterebbero da quelle parti sarebbe chiesto lo sforzo di prestare particolare attenzione ai turisti distratti che per fare una foto al Castello o all'Expo Gate potrebbero rischiare di mettere a soqquadro l'equilibrio!

 

 

BUONI ESEMPI A LONDRA E NEL MONDO

Londra è stata una delle prime città a puntare su questo tipo di sperimentazione con un discreto successo. In High Street di Kensington e in Exhibition Road a South Kensington sono stati tolti cartelli e marciapiedi e, secondo alcune indagini statistiche il numero degli incidenti è dimuinito di oltre il 40 per cento, tanto che il comune ha deciso di esportare il progetto in altre zone della città. Altri esperimenti sono in corso in mezzo mondo, dalla Florida alla Nuova Zelanda, ma non mancano anche le criticità, sottolineate soprattutto dalle comunità di disabili e ipovedenti che si troverebbero davvero in balìa del buonsenso dell'automobilista che non è detto sia diffuso a 360 gradi.

 

Monderman doveva essere un ottimista, convinto che il genere umano sia in costante evoluzione, anche quando è al volante. Attraversando la città in bicicletta però qualche dubbio sulla città ideale senza barriere tra automobilisti, ciclisti e pedoni viene...

 

Info: http://farespazio.tumblr.com