Centocinquant'anni sono tanti. Si sono appena spenti i fari, due anni fa, per i festeggiamenti dell'Unità d'Italia che un altro avvenimento sale alla ribalta delle cronache. La fondazione del Club alpino italiano del 1863, con l'Italia appena riunita, per opera di Quintino Sella, il ministro biellese delle Finanze celebre per aver pareggiato il bilancio dello Stato.

Quintino Sella apparteneva a una nobile famiglia biellese appassionata di montagna e nell'estate del 1863 nel corso della salita al Monviso maturò l'idea di fondare un club di alpinisti a imitazione di quanto era appena avvenuto a Londra con la nascita dell'Alpine Club. L'associazione nacque per merito di un manipolo di nobili personalità prevalentemente torinesi, un po' in parallelo con ciò che successe trent'anni dopo a Milano quando Luigi Vittorio Bertarelli e Federico Johnson vollero fondare il Touring Club Ciclistico Italiano diventato successivamente il nostro Touring.

La Sezione di Milano del Cai ha voluto celebrare il traguardo dei 150 anni (oggi i soci del Cai in Italia sono oltre 320mila sparsi in 500 sezioni e 300 sottosezioni) con una importante mostra inaugurata ieri allo Spazio Oberdan, in Porta Venezia, dal titolo La Lombardia e le Alpi, alla presenza del Vicepresidente della Provincia di Milano Maerna e dei vertici del Cai, dal presidente generale Martini al presidente di Milano Zoja.

Abbiamo visitato la mostra ieri in anteprima (da oggi è aperta al pubblico a ingresso libero e resterà aperta fino al 7 luglio) e dobbiamo dire che la prima impressione, a parte l'interesse specifico e l'eleganza dell'allestimento, è che la storia del Cai corre parallela alla storia del nostro Paese. La sezione di Milano ha voluto interpretare i valori e gli ideali non solo degli alpinisti cittadini, ma di tutto il territorio regionale, coinvolgendo così tante sezioni Cai da Sondrio a Bergamo, da Brescia a Varese che hanno contribuito nel tempo alla sta dell'alpinismo e all'educazione di chi va in montagna.

Lorenzo Revojera, alpinista milanese, ideatore e realizzatore della mostra, supportato da un validissimo staff ha saputo raccogliere oggetti, testimonianze, scritti, fotografie (tante), dipinti in grado di raccontare in modo esemplare i vari decenni che hanno caratterizzato la storia del Cai e dell'alpinismo, dalla già citata salita al Monviso alla spedizione al K2, dalla nascita dei rifugi alla tutela dell'ambiente, dalla letteratura specializzata agli elzeviri di Dino Buzzati, dalla nascita delle Guide alpine al Soccorso alpino, ricordando personaggi leggendari come l'abate Stoppani (primo presidente del Cai milanese), Luigi Brasca, Mario Tedeschi (che fu attivissimo anche nel Touring) Ettore Castiglioni, Riccardo Cassin, Walter Bonatti ecc.

La mostra – che ha visto la luce grazie alla collaborazione dell'amministrazione provinciale - è da non perdere e riabilita l'immagine del Cai purtroppo offuscata solo due settimane fa dall'evento sui 150 anni del Cai presentato al Festival di Trento di cui abbiamo già parlato in termini critici su queste stesse pagine on line. Un altro importante appuntamento sul tema sarà un'altra mostra che si inaugurerà a Torino il 25 maggio al Museo nazionale della montagna al Monte dei Cappuccini.

Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2, Milano. Orari mostra: martedì e giovedì 10-22; mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-19.30. Lunedì chiusa. Ingresso libero.

Info: tel. 02.77406302; www.provincia.milano.it/cultura e www.caimilano.eu