Un architetto poco conosciuto, che ha saputo raccontare la vita di Gesù attraverso la sua arte. Le sue chiese, edificate in Terra Santa nei primi decenni del Novecento, sono passi del Vangelo tradotti in solida pietra, come la tripla partitura della facciata della Basilica della Trasfigurazione perché tre erano le tende degli apostoli in quell'episodio del libro sacro. Antonio Barluzzi rischiava di essere dimenticato, ma ritorna alla luce grazie al lavoro di Giovanna Franco Repellini, architetto e scrittrice. La sua opera “Antonio Barluzzi. Architetto in Terra Santa” non è un semplice testo tecnico ma è una narrazione che adopera l'arte e il gusto delle forme di Barluzzi per raccontare la storia di un uomo testardo, per cui l'architettura è un modo “per portare alla luce quanto c'è di più profondo e puro nell'animo umano”. Il 5 marzo il libro viene presentato presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, noi abbiamo intervistato l'autrice per chiederle di più sulla sua opera e sull'uomo che l'ha ispirata.

Come nasce l'idea di un libo sull'architetto Barluzzi?
L'idea è di qualche anno fa, durante un mio pellegrinaggio in Terra Santa. Ho avuto occasione di visitare le chiese che sorgono nei luoghi sacri e, ad essere sincera, all'inizio mi ha deluso il fatto che gli edifici fossero relativamente recenti mentre io mi aspettavo di trovare costruzioni molto antiche che però sono tutte andate distrutte. Questo mi ha spinto a saperne di più e così ho scoperto la figura di Antonio Barluzzi, quest'architetto italiano che è giunto in quei territori nel 1912 per costruire un ospedale, e poi è rimasto lì, realizzando edifici religiosi molto interessanti per creatività e novità.

In pochi però lo conoscono.
È vero, Barluzzi è stata una figura che è passata piuttosto inosservata, sul web non c'è quasi nulla e sono in molti a non sapere chi fosse, nonostante sia una figura molto interessante sia dal punto di vista artistico sia umano. Il libro nasce per colmare questa lacuna. Ho avuto il supporto del frati Francescani che vivono in Terra Santa che mi hanno fornito tutti i materiali: progetti, documenti e lettere, visto che Barluzzi era una persona molto prolifica anche da questo punto di vista.

Le chiese di Barluzzi raccontano episodi della vita di Gesù. È come se l'architetto usasse le chiese per raccontare delle storie.
Questa infatti è la sua cifra. Barluzzi è un simbolista, la sua idea è che ogni architettura deve essere una narrazione. Per questo motivo ho deciso di introdurre ogni chiesa presentata nel libro con un passo del Vangelo, per far comprendere questo legame e lo sforzo che ha fatto Barluzzi per renderlo visibile.

Qual è secondo lei la chiesa più rappresentativa dell'arte di Barluzzi?
È una domanda difficile perchè ogni chiesa è diversa dall'altra ed ha una sua bellezza propria. La Basilica della Trasfigurazione è una chiesa bellissima per posizione e paesaggio ma io sono molto legata alla piccola chiesa del Buon Pastore e al santuario del Dominus Flevit (nella foto a lato). Quest'ultimo presenta un'ampia vetrata dietro l'altare che si affaccia su Gerusalemme, per ricordare il passo del Vangelo che racconta come alla vista di quel panorama Gesù si commosse. Barluzzi in questo modo vuole fare rivivere ai fedeli la stessa emozione, regalando loro la stessa vista di secoli fa.

A proposito del paesaggio, Barluzzi era un architetto molto attento all'ambiente che circondava le sue costruzioni, compresa la cura meticolosa dei giardini esterni.
Assolutamente! Figurati che c'è una lettera in cui chiede l'invio di semi specifici per la cura del giardino. Lui amava definirsi un architetto-colono, non aveva paura di rimboccarsi le maniche e lavorare nei campi. Per costruire la chiesa sul monte delle Beatitudini trasformò un colle malarico e paludoso in un bellissimo parco. Si occupava di tutto, dal design dei candelabri alle strade che conducevano agli edifici, cosa questa che faceva sfruttando l'esperienza fatta in tempo di guerra nelle fila del Genio militare.

Oltre alle chiese Barluzzi ha edificato anche edifici laici, c'è qualcuno di questi che vuole segnalarci?
È interessante l'ospedale italiano a Gerusalemme che oggi ospita il ministero dell'educazione e cultura di Israele. Insieme alla piazza antistante l'edificio, può essere considerato un pezzo di Toscana trapiantato in Terra Santa.
 

INFO:

Presentazione del volume “Antonio Barluzzi. Architetto in Terra Santa”
Mercoledì 5 marzo 2104 – ore 18
Veneranda Biblioteca Ambrosiana, piazza Pio XI 2, Milano

Intervengono:
Giovanna Franco Repellini, autrice del volume
Fulvio Irace, professore di Storia dell'architettura al Politecnico di Milano
Carlo Capponi, responsabile per i Beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Milano
fra Claudio Bottini, decano emerito dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme
Mons. Franco Buzzi, prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana