Quanti buoni motivi servono per decidersi e partire per Tallinn? Vediamo. Si potrebbe iniziare col dire che dal 1 gennaio scorso l’Estonia è il primo paese baltico ad entrare nell’euro, per cui non ci sono fastidi di cambi, conti e accidenti vari. Ma basta atterrare e fare come se si fosse ovunque in Europa. Con il vantaggio che il costo della vita è comunque basso, e dunque ci si può permettere qualche lusso in più. Un altro buon motivo è che sempre dal 1 gennaio Tallinn è capitale europea della cultura.

Quindi si è sicuri di arrivare e trovare qualche evento per passare la serata, che in questo periodo a quelle latitudini sono piuttosto lunghe. Un terzo ottimo motivo, del tutto slegato da ricorrenze e occasioni varie, è che Tallinn è davvero una bella città. Un’ottima meta per un lungo finesettimana alla scoperta di un Paese che uno si immagina un reperto dell’Unione Sovietica, e invece è un pezzo di Scandinavia traslato di qualche centinaio di chilometri.

Certo, se uno proprio non riesce a fare a mano le vecchie atmosfere sovietiche può solo andare nel quartiere Rotermann. Qui, in una struttura dismessa che un tempo ospitava distillerie e i magazzini del sale, è stata allestita una mostra per toccare con mano com’era la vita quotidiana ai tempi dell’Urss. Dagli arredi delle case alle Trabant importate dalla Ddr, passando per scatolette di carne, latte condensato e le immancabili aringhe fino ai giornali dell’epoca, c’è tutto quello che gli estoni vorrebbero dimenticare.

La zona di Rotermann rappresenta un bello spaccato per capire come siano davvero cambiate rapidamente le cose in Estonia. Di proprietà di una famiglia di origine tedesca, un tempo era una delle principali aree industriali della città, poi sotto i russi tutte le aziende vennero nazionalizzate e presto l’area divenne un recinto dismesso. Appena si arrivò all’indipendenza si presentò il problema di che fare di quegli ettari di terreno a due passi dal centro. Detto fatto; i proprietari hanno indetto un concorso urbanistico per la sua conversione e in pochi anni il risultato è sotto gli occhi di tutti: boutique alla moda, ristoranti très chic e un centro artistico che ospita atelier di artigiani locali. Il tutto in un contesto architettonico dallo stile marcatamente moderno a due passi dal centro città. Il che non è troppo difficile, visto che la grandezza di Tallinn è direttamente proporzionale a quella del resto del Paese, quindi è piccola come un capoluogo di una regione italiana. Una piccola.

Vanalinn, il centro storico della capitale, è un po’ il salotto buono del Paese. Miracolosamente sopravvissuto alla furia edificatrice dell’epoca sovietica, sembra un confetto ben conservato. Più barocco che bizantino, intimo e ben proporzionato, è un trionfo di facciate pastello racchiuse tra le spesse mura cittadine che venivano ampliate a ogni nuova dominazione. Il centro del centro si trova in Raekoja plats, la piazza (inclinata) che ospita il Municipio potrebbe benissimo essere quella di Friburgo o di un’altra città tedesca, con le case a graticcio, l’acciottolato per terra e i tavolini all’aperto per guardare ed essere guardati. In alto a far da custode la roccaforte di Toompea, con la chiesa russo ortodossa di S. Alessandro Nevski e il castello ricostruito per ultimo dalla zarina Caterina la grande. Qui si può andare in cerca della veduta migliore sul resto della città, oppure prendere uno dei viottoli che discendono fino al Baltico. E qui godersi lo spettacolo dei traghetti bianchi e azzurri della Silja Line e da quelli rossi della Viking Line, che entrano nel piccolo porto.

Ogni giorno queste navi coprono il centinaio di chilometri scarsi che separano Tallinn e Helsinki. Da qui arrivano orde di turisti: per lo più finlandesi in trasferta alcolica attratti dai prezzi a buon mercato. E la gita bevereccia sembra essere una delle attrattive maggiori di Tallinn, tanto che nel 2004 si è aggiudicata il titolo di “party capital of the year” secondo il New York Times. Il lato godereccio dell’Estonia è amplificato esponenzialmente anche se si guarda al numero spropositato di casinò: ben 139 in un Paese che a stento supera il milione di abitanti. Ma in fondo Tallinn tutto sembra fuorché essere una Las Vegas del Baltico. È piuttosto una città discreta: attraente senza essere mitica, incantevole senza essere stupenda, tutt’altro che funambolica però piacevole. Insomma, è il giusto specchio del Paese.