«E quindi uscimmo a riveder le stelle», scriveva Dante alla fine dell’Inferno. Ma anche i pianeti e quant’altro si possa osservare in cielo. Certo, ai tempi di Dante bastava alzare gli occhi al cielo, e le tenebre assolute permettevano una visione spettacolare della volta celeste. Oggi l’inquinamento luminoso preclude la vista in gran parte delle nostre città, per cui trovare il posto migliore per osservare il cielo non è semplice. Di contro i progressi tecnologici permettono di sfruttare telescopi sempre più potenti e riveder le stelle diventa un’esperienza unica.
Proprio quello che accade a Isnello, in provincia di Palermo, dove domenica si inaugura il Centro astronomico siciliano "Gal Hassin” che unisce la stazione di ricerca, posta nel sito di osservazione astronomica più alto d’Italia, al nuovo planetario aperto al pubblico e alle scuole. Un investimento da 13 milioni di euro nel cuore delle Madonie, per far nascere uno dei più importanti poli astronomici italiani. Si tratta di un polo didattico divulgativo, aperto al pubblico e alle scuole, dotato di un planetario digitale con una cupola di 10 metri di diametro; di una terrazza osservativa, con copertura mobile, dove sono montati 12 strumenti di osservazione, un radiotelescopio con parabola di 2,3 metri e un laboratorio astronomico all’aperto con orologi solari di vario tipo. Ma ci sino anche un mappamondo monumentale con tanto di asse di rotazione, un laboratorio solare in cui, tramite un eliostato, potrà essere proiettato su uno schermo il disco solare in tempo reale. Oltre a sale con exhibit interattivi e un’esposizione dei principali tipi di meteoriti e due aule didattiche.
Il cielo delle Madonie, in particolare il sito di Piano Battaglia, già anni fa era stato indicato come possibile sito per la creazione del grande osservatorio europeo poi costruito alle Canarie. Il cielo risultò infatti essere pulito, privo di inquinamento luminoso e in grado di offrire un ottimo numero di notti d’osservazioni l’anno. Il posto giusto dove rimirar le stelle.