Se per il 2015 il titolo di Capitale italiana della cultura è stato visto come un premio di consolazione, per il futuro la cosa si fa seria. Dal 2016 infatti la città capitale sarà una soltanto, scelta da una commissione di sette esperti nominata dal ministero della Cultura in base ai progetti presentati. La commissione deciderà a chi assegnare il milione di euro che costituisce il tesoretto che i Comuni dovranno utilizzare per finanziare progetti culturali.

Per quest’anno le città “capitali” sono Lecce, Cagliari, Perugia, Ravenna e Siena: le cinque uscite sconfitte lo scorso autunno dalla competizione per diventare Capitale europea della cultura 2019, titolo che è andato a Matera. L’iniziativa nasce «per richiamare l’attenzione sull’Italia come “museo diffuso», ha sottolineato il ministro della Cultura Franceschini. «E per non disperdere le attività portate avanti dalle cinque città durante la competizione». Tutte hanno una dotazione di un milione di euro per realizzare una parte dei progetti che facevano parte del dossier di candidatura. E in tutte fervono i lavori. A Ravenna il 16 luglio verrà aperto il porto tardo antico e il nuovo parco archeologico di Classe, mentre a Lecce per tutta l’estate arte e teatro invaderanno le strade. A Perugia si è invece puntato sulla contaminazione tra Medioevo e contemporaneità con spettacoli e iniziative rivolte ai giovani; e a Siena si è scelto di investire su un cartellone ricco di musica e danze, mentre Cagliari punta sul racconto del suo paesaggio naturale e del tessuto urbano.



Ma se la scelta per il  2015 è stata abbastanza estemporanea, per gli anni successivi è già iniziata la selezione. Per il 2016 e il 2017 sono già 24 le città che si sono candidate al titolo di capitale italiana della cultura. Quel che emerge scorrendo i nomi è che il titolo fa gola a tutti: da nord, Como e Aquileia (Ud), all’estremo sud, Modica (Rg) e Agrigento, la sfida coinvolge città grandi con oltre 200mila abitanti, come Taranto, e piccole come Carinola, comune di 8.268 abitanti in provincia di Caserta. Capoluoghi di provincia come Viterbo, e città medie della stessa regione, come Anagni (Fr), Frascati (Rm) e Terracina (Lt) nel Lazio. In Umbria si sono candidate ben quattro città: Spoleto (Pg), Foligno (Pg), l’accoppiata Orvieto (Tr)-Todi (Pg) e Terni. Tra le città medie del nord Italia si sono candidate Novara, Mantova e Parma, in Toscana Pisa e Pistoia, mentre in Abruzzo si è fatta avanti Sulmona, in provincia dell’Aquila. A Sud il titolo fa gola a Ercolano (Na), Tropea (Vv), Caltanissetta e alla sarda Selargius, in provincia di Cagliari.
 
Sui singoli progetti non c’è ancora alcuna indiscrezione. La prossima tappa è la scrematura dei 10 progetti finalisti che avverrà entro fine mese. La proclamazione delle due città vincitrici invece avverrà entro il 31 luglio. Chi diventerà «Capitale Italiana della Cultura»?