Milano - New York in 3 ore? Roma - Sidney in 7? Si può fare. A garantircelo sono gli ingegneri di Boom Technology, start-up Usa che sta costruendo quello che nel 2020 diventerà l’aereo di linea più veloce del mondo. Si chiamerà appunto “Boom” e nella sede di Denver, in Colorado sono fiduciosi nella riuscita del progetto.
Si stanno stringendo i tempi per far decollare entro i termini previsti l’aereo supersonico che nel nome strizza l’occhio ai fumetti. Ma dalla fantasia si è passati ai cantieri e ad assicurare la prosecuzione del progetto è un dream team che mette in campo il meglio di Nasa, Boeing, SpaceX, LockheedMartin e Gulfstream, sostenuti economicamente da una cordata di fondi d’investimento e da Richard Branson, patron di Virgin nonché della omonima compagnia di linea.
Il prototipo Xb1/foto Boom
COME SARÀ “BOOM?”
Muso ovviamente affusolatissimo, 52 metri di lunghezza, apertura alare di 18 metri e una velocità massima di 2.716 chilometri orari, ovvero 2.2 Mach, più del doppio della velocità del suono. All’interno si prevedono tra i 42 e i 50 posti a sedere. Oltre all’aerodinamica ovviamente a fare la differenza saranno le innovazioni che riguardano i materiali di costruzione del velivolo come la fibra di carbonio e una propulsione più efficiente e silenziosa. 

Il nuovo jet volerà altissimo, raggiungendo in modalità “crociera” i 60 mila piedi (circa 18 mila metri), contro i 35mila piedi (circa 11mila metri) di un volo intercontinentale.

UNA NUOVA ERA DEL LOW-COST A LUNGO RAGGIO
Il biglietto costerà intorno ai 5mila euro: come un attuale ticket su tratte intercontinentali in business class. Se pensiamo che ai tempi del compianto Concorde (dopo la tragedia che lo vide precipitare nel 2000 dopo il decollo da Parigi) i prezzi si aggiravano sopra i 10 mila euro, possiamo immaginare una vera e propria rivoluzione delle tratte a lunghissimo raggio. Una sorta di low-cost supersonica consentirà così ai fortunati passeggeri di schizzare da San Francisco e Tokio in 5 ore. Il tempo di un quotidiano, un film e una sgranchita di gambe.
I test in galleria del vento/foto Boom